Probabilmente portata dalle nuove venute, Selvaggia o Briciola (non Pico che era stato controllato, essendo un cucciolo), l’infestazione da coccidi, malattia parassitaria, ha coinvolto tutti.
Chi ha avuto la peggio è stato Castore, che ha subìto un dimagrimento impressionante in un paio di giorni, ed è vivo per miracolo.

Castore in difficoltà
Castore malato

Anche Spiritella stava per prendere la stessa china, ma ha avuto il vantaggio dell’esperienza che ci ha fatto fare Castore. Esperienza davvero rara, poiché i coccidi infestano primariamente i giovanissimi niglietti, e quasi sempre negli allevamenti, mentre è assai raro un attacco virulento negli adulti.
L’effetto sorpresa è stato quindi molto pericoloso. Se tenete i conigli all’aperto e soprattutto se accogliete nuovi conigli, anche se già adulti, è bene far fare un controllo delle feci dal veterinario, per verificare l’eventuale presenza dei protozoi. La cura è semplicissima, ma bisogna intervenire in fretta.

campioni di palline per l'esame
Campioni di palline per l’esame

I sintomi principali, nella fase acuta, sono dimagramento, inappetenza (non sempre), grave indebolimento, diarrea, barcollamento.
Esistono dodici specie di coccidi, le forme più diffuse di attacco riguardano l’intestino (Eimeria intestinalis, Eimeria irresidua, Eimeria magna) e il fegato (Eimeria stiedae).
Queste dodici sono però le specie specifiche del coniglio, ne esistono moltissime altre che attaccano altri animali. I coccidi dei generi Eimeria e Isospora sono specie/specifici e possono svolgere il loro ciclo vitale all’interno di una sola specie (i coccidi del cane infestano i cani, i coccidi del gatto infestano i gatti, i coccidi dei conigli infestano i conigli). I coccidi dei conigli (Eimeria), dei gatti e dei cani non possono infestare l’uomo.
Ecco una oocisti (un “uovo” del protozoo), in una immagine del Med. Vet. Marta Avanzi:

I coccidi sono dei microorganismi unicellulari (protozoi) che vivono all’interno delle cellule dell’animale.
Sono dei parassiti obbligati: devono trascorrere tutto il loro ciclo vitale in un animale ospite.
Il rapporto tra ospite e parassita può essere di due tipi:
Forma subclinica (la maggior parte dei casi) in cui i coccidi si nutrono e si riproducono a spese dell’animale che infestano senza causargli danno apparente. Non vi sono sintomi evidenti e l’animale conduce una vita normale. Diffonde le oocisti con le proprie feci.
Forma clinica (meno frequente) che si manifesta come un’enterite (infiammazione dell’intestino).
La malattia può essere quindi lieve e asintomatica, oppure essere molto aggressiva e condurre rapidamente alla morte.
Variabili sono la carica infettante (numero di oocisti), la predisposizione individuale, situazioni di immunodeficienza, la specie di coccidi.
Il contagio avviene per ingestione, attraverso contatto con le feci infette. In giardino è difficile controllare il contagio: anche solo camminando nelle zone frequentate dai conigli il materiale infetto viene disseminato dappertutto. Purtroppo è impossibile eliminare i microorganismi in un ambiente infetto: possono resistere per molti anni e si dovrà pertanto procedere periodicamente a trattamenti preventivi.
Fortunatamente la cura è semplice ed efficace, può consistere nella somministrazione una sola volta di un farmaco coccidiostatico che si può sbriciolare in un pezzo di mela, con terapia di supporto con vitamine, liquidi e sali minerali per reidratare e nutrire l’ammalato. Il trattamento potrà essere ripetuto ogni uno-due mesi a scopo preventivo.
Esistono diversi tipi di trattamento: ci sono farmaci che si somministrano una volta sola, altri per due giorni, altri per una decina di giorni. Alcuni sono in compresse, altri liquidi, altri si possono iniettare.

Quando un coniglio supera autonomamente l’attacco di una specie di coccidi, ne diventa immune, ma è soggetto all’attacco delle altre specie.
Ecco il ciclo vitale del nostro protozoo:

ciclo biologico di Eimeria sp.
[Da: Guida allo studio della parassitologia, di Pampiglione e Canestri-Trotti, ed. Esculapio, 1980]

Un animale infestato emette con le feci le oocisti (le “uova” dei coccidi). Dopo un periodo che varia da qualche ora a qualche giorno le oocisti sporulano: al loro interno si sviluppano delle formazioni definite sporocisti, che contengono le forme infestanti: gli sporozoiti.
Una volta ingeriti dall’ospite, i coccidi colonizzano le cellule della mucosa intestinale o del fegato e lì iniziano a riprodursi.
Il ciclo riproduttivo dei coccidi all’interno dell’ospite è complesso:
In una prima fase (fase asessuata) i coccidi si moltiplicano all’interno delle cellule in cui sono penetrati: in pratica il parassita entra in una cellula, si moltiplica generando decine di individui finché non rompono la cellula ospite e si diffondono nell’intestino, penetrando in altre cellule e continuando il ciclo. Il danno all’ospite è grave, in questa fase, se non si instaura un equilibrio tra il sistema immunitario dell’ospite e la capacità di riprodursi dei coccidi.
Alcuni coccidi si trasformano in gameti maschili e femminili, si fondono tra loro e danno origine alle oocisti che vengono poi espulse con le feci (fase sessuata del ciclo).

Castore ha subìto un attacco estremamente virulento di due specie (intestinale ed epatica), con una perdita di peso notevole e grave debilitazione, in un tempo brevissimo.

Castore da Marta Avanzi
Castore ricoverato

Forse per il dolore, Castore ha ingerito sabbia rischiando di procurarsi un blocco gastrico. Nella lastra, per chi la sa leggere, si nota del materiale minerale nello stomaco e nell’intestino. Il problema si è risolto spontaneamente, la sabbia è stata eliminata con le palline.

lastra raggi x

Dopo le cure di urgenza e qualche giorno di ricovero, sono state necessarie due settimane di convalescenza per ritornare in piena forma, grazie al riposo in ambiente confortevole e caldo, agli integratori alimentari e a un’alimentazione ricca e varia.

convalescenza in ambiente confortevole
Castore convalescente

convalescenza in ambiente confortevole

convalescenza in ambiente confortevole

Il danno epatico gli ha procurato dolori nei primi giorni di cura, ed è stata intrapresa una terapia del dolore, lieve ma costante e protratta per una settimana.
Fino quasi alla fine del periodo di convalescenza Castore faceva fatica a fare pipì, ed era sempre bagnato:

Castore si bagna a causa del dolore nel fare pipì

Ogni giorno un breve bagnetto in tre centimetri di acqua tiepida è servito a evitare infiammazioni.

il bagnetto quotidiano

Ora Castore è tornato di nuova in forma!

Castore è di nuovo vispo
Castore è di nuovo vispo!

Castore in forma

Castore ora pesa un chilo e un etto

Protty
Protty è stato un coniglietto vissuto dal 1999 al 2005. Nell'autunno del 2000 - col suo amico umano Roberto e la sua compagna Susina - ha dato vita a un sito Web: protty.it, che negli anni è diventato una community che ha raccolto moltissimi appassionati.

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