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Sebbene in realtà le origini del discorso siano ben più antiche!
Se infatti immaginiamo la fenditura che divide il blocco superiore del disegno di progetto come uno specchio posto verticalmente, otterremo un piano simile a quello di una poco nota illustrazione di Escher, sulla quale ho molto riflettuto all'inizio degli anni '90.

M.C. Escher, Lo specchio magico, litografia, 1946.

 

La verticalità si conquista invece sull'onda del tempo: l'analisi di un brano musicale, associata al pricipio dell'anamorfosi di un'immagine proiettata su due piani diafani, uno dei quali è posteriore e deformante (il presente), produce una relazione simile a quella intercorrente tra l'invisibilità del cunicolo e la dimensione superficiale, dove ogni cosa è sotto gli occhi di tutti.

La dimensione del cunicolo è metafora della melodia originaria (che è sempre presente nel fascio di luce dell'immaginaria proiezione); nel brano musicale è occultata per deformazioni nel tessuto udibile delle parti.
E' una forma di "caverna", di "matrice delle forme", di "rete", di nascondimento o ritrovamento, di abitare il tempo, di vivere lo spazio.
Ma anche questa idea non nasce all'inizio all'inizio degli anni '90, ma si forma ad iniziare dai primi anni '80. (Sei curioso di sapere qual è il pezzo musicale? Invia una mail a roberto.ellero@protty.it.)

  Roberto Ellero

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