Di Marta Avanzi, Med. Vet.
[Si ringrazia l’autrice per la gentile concessione alla pubblicazione]

Cosa deve mangiare il coniglio tenuto in casa come pet? E’ presto detto: erba, o in mancanza di questa, del buon fieno e tante verdure. Il discorso potrebbe chiudersi qui, senza bisogno di aggiungere altro. In realtà le cose da dire sono purtroppo tantissime, perché i conigli sono quasi sempre alimentati in modo del tutto inadeguato ed irrazionale: pane secco, miscele di semi, fioccati, carrube, mais, frutta secca e pellet di cereali. Questo tipo di alimentazione, nonostante sia molto diffusa, è del tutto sbagliata e causa purtroppo problemi frequenti, gravi e spesso irreversibili. Come ben sanno i veterinari che si occupano con competenza dei conigli “pet”, la stragrande maggioranza dei problemi di salute di questi animali sono causati, direttamente o indirettamente, da un’alimentazione inappropriata e sarebbero quindi totalmente prevenibili somministrando una dieta corretta…

Gli errori alimentari iniziano subito, appena il coniglietto arriva al negozio che lo venderà, dove al povero animale vengono somministrati alimenti confezionati a base di semi e fioccati; proseguono poi nella nuova casa in cui l’animale andrà a stare, dove per anni continua ad essere alimentato in modo totalmente insensato, fino ad arrivare infine dal veterinario con la bocca ormai devastata.

Se l’alimentazione “tradizionale”, basata su miscele di semi, fioccati, pane secco, è così deleteria per la salute dei conigli, perché continua ad essere inflitta a tutti i conigli da compagnia che entrano ed escono dai negozi di pet? I motivi sono diversi.
A volte per pura “ignoranza”, nel senso di “non conoscenza”: vecchi concetti, ormai dimostrati completamente sbagliati e superati, continuano a perpetuarsi, perché mancano le informazioni corrette. Le conoscenze scientifiche sull’alimentazione del coniglio da affezione hanno fatto passi da gigante, ma non arrivano dove dovrebbero, e le nozioni errate rimangono ben radicate.
Sicuramente un motivo è la convenienza: per il proprietario è più semplice comprare una scatola di semi e versarne un po’ in una ciotola, che preparare tutti i giorni una bella insalata mista, pulita e fresca, o dover andare a raccogliere erba non inquinata. Le ditte che producono mangimi hanno più convenienza a venderli, che a dire che sono inutili o dannosi! Il negoziante ha più convenienza a vendere scatole di mangimi, che spedire il proprietario dal fruttivendolo. L’unico a non avere alcuna convenienza è il povero coniglio.
Un ultimo motivo è il fatto che i danni più gravi causati dagli errori alimentari non si vedono che dopo mesi o anni, e quindi manca la percezione di un rapporto causa – effetto, tra la somministrazione di alimenti sbagliati e la perdita di salute del coniglio. “E’ da anni che mangia queste cose, e non ha mai avuto problemi” è la frequente obiezione dei proprietari quando si spiega loro che il grosso ascesso mandibolare che è spuntato al coniglio dipende dalla dieta sbagliata.

Il concetto, naturale ed elementare, che il coniglio può, e anzi deve, mangiare erba e verdure fresche, è per taluni talmente sbalorditivo e azzardato (“Ma come, mi hanno detto che se mangia insalata muore!!!”), che vale la pena di esaminare in dettaglio la fisiologia alimentare del coniglio, per spazzare via ogni ombra di dubbio, e capire come stanno in realtà le cose.

Il coniglio, come tutte le specie viventi, si è evoluto per adattarsi al suo ambiente naturale, ed è osservando i conigli selvatici e il loro stile di vita che possiamo apprezzare questo stretto adattamento. I conigli domestici, seppur leggermente diversi nell’aspetto, conservano intatte le caratteristiche fisiologiche dei loro fratelli selvatici che corrono ancora nei prati.
L’ambiente naturale del coniglio è costituito da spazi erbosi ai margini dei boschi; vive in profonde gallerie che scava con le zampe, dove trova rifugio dal freddo e dai predatori. Esce al crepuscolo e all’alba per cibarsi, e si alimenta di erba e altre piante. L’erba, che molti considerano un pericolo mortale per questo animale, in realtà è il suo alimento naturale, quello che il suo organismo è perfettamente adattato ad utilizzare e di cui ha necessità. I conigli selvatici vivono di erba, gemme, foglie. In inverno, quando il cibo è scarso, possono sopravvivere con la corteccia degli alberi, l’erba secca, le foglie morte. Non si rimpinzano di pane secco e semi di girasole, non brucano mais e bastoncini di semi e melassa. Il coniglio è un erbivoro stretto, non un granivoro!

Molti mi chiedono perché allora è permesso vendere mangimi che non vanno bene, perché non sono proibiti se sono così dannosi. Semplice: la loro formulazione è fatta sulla base dei mangimi per conigli da allevamento, quindi a norma di legge. I conigli da allevamento, però, sono macellati prima di raggiungere i tre mesi di vita: non fanno in tempo a sviluppare certe patologie. Dai conigli da compagnia ci aspettiamo una vita lunga (almeno otto anni) e sana, il che non può accadere se mangiano come un coniglio da carne.

Le conseguenze degli errori alimentari
sulla salute del coniglio

Vediamo ora come tutta la fisiologia del coniglio sia adattata alla sua alimentazione naturale, e quali sono le devastanti conseguenze di una dieta sbagliata.
Iniziamo dai denti. Tutti sanno che il coniglio ha dei lunghi incisivi adattati a rodere, e molti sanno che questi denti crescono sempre, in modo continuo, per tutta la vita (come le unghie), ma che restano sempre della stessa lunghezza perché si consumano con la masticazione. Quello che pochi sanno è che il coniglio ha anche dei denti interni, che per semplificare chiameremo denti molari, e che anche questi denti molari crescono in modo continuo tutta la vita (salvo alterazioni gravi che ne bloccano l’accrescimento). Questo tipo di dentatura rappresenta un perfetto adattamento all’alimentazione naturale, un modo per compensare il consumo dovuto alla masticazione prolungata di alimenti abrasivi. Può sembrare un concetto strano che l’erba sia una sostanza abrasiva. L’erba contiene all’interno delle sue cellule dei microscopici cristalli di silice, che vengono esposti quando la masticazione rompe le cellule. Questi cristalli agiscono sulla superficie del dente come una raspa, consumandolo. Aggiungiamo il fatto che l’erba è un alimento relativamente povero, e che quindi il coniglio deve ingerirne molta, per nutrirsi. Ciò significa che deve masticare molto: il coniglio selvatico mastica per molte ore al giorno. Il coniglio domestico ha una dentatura perfettamente identica, ma se viene alimentato con pane, semi, fioccati, pellet, riceve una alimentazione molto ricca, energetica, e gli basta poco per saziarsi. Dunque, mastica molto meno, e lo fa con alimenti molto meno abrasivi: quindi consuma poco i denti, che però continuano a crescere lo stesso. L’idea che il pane secco fa bene ai conigli perché tiene “regolata” la lunghezza dei denti è una stupidaggine: non solo il pane è un alimento del tutto innaturale e può causare gravi disturbi digestivi (come vedremo più avanti), ma non regola proprio niente. Il pane sbriciolato dagli incisivi che arriva in bocca, impastato di saliva, ha la stessa azione abrasiva sui denti molari di un cucchiaio di purè.

Torniamo dunque ai nostri denti molari, che continuano a crescere anche se non sono più consumati. Quando le superfici di masticazione dei denti superiori e di quelli inferiori si toccano, come fanno a crescere, a continuare ad allungarsi? Se non possono più allungarsi nella direzione di crescita, si allungano dove possono: dalla parte opposta, dove c’è la radice. Ecco allora che le radici dei denti molari, diventate troppo lunge, si infilano nell’orbita, dove si trova il globo oculare, o escono dalla mandibola. Le conseguenze sul coniglio sono drammatiche.

A tutto ciò aggiungiamo un’aggravante: semi, fioccati e pane secco sono molto poveri di calcio, al contrario dell’erba e di molti vegetali, e di vitamina D, che serve ad assorbire il calcio. Il calcio serve a rendere forti le ossa, in carenza di calcio le ossa sono più deboli; in particolare le ossa del cranio, in cui sono inseriti i denti, non riescono più a sostenerli in modo adeguato. I denti non sono più saldi nel loro alveolo, e con la masticazione iniziano a spostarsi, con due gravi conseguenze. La prima è i denti perdono il loro allineamento e le superfici di masticazione dei denti superiori e inferiori non sono più perfettamente a contatto, e non si consumano più in modo uniforme. Si formano sulla superficie dei denti dei margini taglienti, delle punte che crescono sempre più, fino a lacerare come una lama la lingua e le guance. Si è creata una malocclusione dentale, una dolorosa condizione che impedisce al coniglio di mangiare. Senza trattamento la povera bestia muore di fame. Periodicamente (ogni 2-6 mesi) deve essere messo in anestesia per limare le punte dentali, in modo da permettergli di riprendere a masticare. La malocclusione, una volta instaurata, è permanente, e richiede trattamenti di limatura dei denti per tutta la vita. I denti, infatti, una volta divenuti storti non possono più essere raddrizzati.

Visualizza una serie di immagini esplicative

La seconda conseguenza della decalcificazione dell’osso e del minore sostegno ai denti, è che si creano degli spazi,delle specie di tasche, tra il dente e l’osso, dentro cui si infila materiale estraneo e batteri. Si crea un’infezione che raggiunge la radice dei denti (può accadere sia con quelli inferiori che con quelli superiori) e che poi causa la formazione di un ascesso. Gli ascessi dentali sono problemi gravi, che richiedono interventi chirurgici di asportazione o drenaggio, e spesso di estrazione dei denti. Non di rado gli ascessi si riformano, e richiedono anche due o tre interventi chirurgici, per essere risolti. Talvolta non è neppure possibile risolvere in modo definitivo il problema.

Di frequente gli ascessi coinvolgono nell’infezione anche l’osso: si crea un’osteomielite, un’infezione del tessuto osseo, una condizione molto difficile da eliminare, che richiede mesi di terapia antibiotica. Gli ascessi dei molari superiori possono coinvolgere l’occhio, devastandolo; talvolta l’unico modo per intervenire è l’asportazione dell’occhio, che però non sempre è sufficiente a risolvere il problema. In molti casi può essere preferibile praticare l’eutanasia.

Dunque, l’alimentazione a base di semi e fioccati causa allungamento delle radici dei molari, malocclusione e ascessi della testa. Questi problemi compaiono tipicamente a due anni e mezzo – tre di età. Quando il coniglio è portato alla visita per questi problemi, spesso sono presenti danni irreversibili, che richiedono terapie per tutta la vita. L’alimentazione errata può provocare lesioni a distanza di anni, anche se nel frattempo è stata corretta. Per questo è importante iniziare ad alimentare correttamente il coniglio fin dalle prime settimane di vita.

Quindi, alimenti ricchi di calorie (che devono essere masticati poco) e poveri di calcio (che indeboliscono l’osso e fanno vacillare i denti) devastano negli anni la bocca del coniglio. Ma i danni sono anche di altro tipo: vediamo ora cosa causano all’apparato digerente alimenti inadatti.

Non solo i denti, ma anche, come è logico, il resto dell’apparato digerente del coniglio si è specializzato su un’alimentazione essenzialmente erbivora. Mentre lo stomaco e l’intestino tenue non presentano differenze rilevanti rispetto a noi, il cieco e il colon (la parte terminale dell’intestino) sono profondamente modificate. Il cieco, che per noi è ridotto a un’inutile appendice,
nel coniglio è un organo molto sviluppato, il più sviluppato di tutto l’intestino. L’alimento naturale del coniglio, che come abbiamo ormai capito è l’erba, è di per sé relativamente povero di sostanze nutritive, mentre è ricco di fibra, che non è digeribile. Il coniglio però sa sfruttare questa fibra per ricavarne nutrimento, servendosi di microrganismi che vivono nel suo intestino cieco. Questi batteri “digeriscono” la fibra al posto del coniglio, ricavandone vitamine, proteine e acidi grassi, che il coniglio assimila in parte direttamente dal colon, in parte ingerendole sotto forma di feci (un tipo particolare di feci, il ciecotrofo, che viene assunto direttamente dall’ano).
Se le particelle di fibra sono troppo grosse (dai 5 millimetri in su) non possono però essere attaccate e digerite dai batteri intestinali, e vengono espulse, formando le tipiche palline di feci che osserviamo nella gabbia. Il ciecotrofo, invece, di solito non lo vediamo, perché viene mangiato.
Dunque le particelle di fibra troppo grosse sono inutili, perché non sono digerite? Al contrario: sono indispensabili per la vita del coniglio. Esse hanno ruolo molto importante: stimolano la funzionalità dell’intestino, permettendogli di muoversi. Senza di esse il transito del materiale alimentare dentro lo stomaco e l’intestino rallenterebbe progressivamente, fino a fermarsi del tutto. Il coniglio, bloccato, non defeca e non mangia più: si crea una cosiddetta stasi gastrointestinale, che se non viene corretta (a volte spontaneamente, più spesso con la terapia), porta a morte il coniglio.

Dunque il coniglio ha bisogno di fibra grossolana, per vivere, e la trova in abbondanza nel fieno, nell’erba, nelle verdure. Non la trova invece nei semi, nei fioccati, nei chicchi di mais, nel pane secco, ecc. ecc. Uno dei motivi più frequenti per cui il coniglio viene portato dal veterinario, insieme ai problemi dentali e agli ascessi della testa, è il rifiuto del cibo. Il coniglio sta apparentemente bene, è vivace, ma non è interessato al cibo e non defeca. Il suo apparato digerente è completamente bloccato, ripieno di alimento che non si muove. Con il passare dei giorni il coniglio inizia a stare male, è meno vivace, si disidrata e, se la condizione persiste, muore. La terapia, se iniziata in tempo, riesce quasi sempre a risolvere il problema. Se il coniglio mangia fieno, erba e verdure, ricche di fibra, difficilmente andrà incontro ad una stasi gastrointestinale.
Ricordate: se un coniglio non mangia per più di 24 ore di fila, occorre immediatamente una visita veterinaria! L’apparato digerente del coniglio è fatto per ingerire cibo in continuazione: deve essere sempre in movimento, e il carburante che lo fa muovere è la fibra grossolana.
Il fieno masticato ha le dimensioni di 5 mm, esattamente la misura giusta per far funzionare bene l’intestino del coniglio. E’ stato dimostrato scientificamente da diversi esperimenti che minori sono le dimensioni delle particelle alimentari ingerite, più il transito intestinale rallenta, fino a bloccarsi. Sicuramente semi, fiocchi di cereali e pane non sono in grado di fornire fibra di dimensioni sufficienti!

Fino a pochi anni fa si credeva che la stasi gastrointestinale fosse causata dal pelo ingerito dal coniglio durante la pulizia, e veniva trattata dando dei lassativi come la vaselina. È ormai dimostrato al di là di ogni dubbio che questo non è vero: è la carenza di fibra grossolana che rallenta la motilità di stomaco e intestino, mentre è normale trovare nello stomaco del coniglio del pelo. Il pelo verrebbe eliminato con le feci senza difficoltà, in presenza di un’alimentazione corretta. Limitarsi a dare della vaselina, in caso di stasi gastrointestinale, non serve a niente.

Vediamo ora un altro pericolo che minaccia il coniglio a causa di errori alimentari: l’enterite, cioè l’infezione dell’intestino. Abbiamo visto che il coniglio convive con una ricca popolazione intestinale di batteri benefici, che trasformando la fibra producono sostanze utili. Se però forniamo al coniglio un alimento diverso da quello fisiologico, anche i batteri del suo intestino cambiano, e si sviluppano quelli più adatti al tipo di alimento disponibile.
Semi, fioccati, cereali, pane, grissini, biscotti ed alimenti simili sono ricchi di carboidrati. Cosa succede nell’intestino del coniglio in presenza di troppi carboidrati? Si sviluppano altri tipi di batteri (clostridi ad esempio) che sono dannosi, e causano enterite (e quindi diarrea) e a volte producono anche tossine, così potenti da poter uccidere il coniglio in poche ore. Si spiega così la morte improvvisa del coniglietto che trova il sacchetto del pane vecchio e ne fa una scorpacciata. Clostridi e altri batteri pericolosi non si sviluppano invece se la dieta è ricca di fibra e povera di carboidrati.

Ecco un altro buon motivo per evitare di dare al coniglio alimenti “non naturali”, non adatti alla sua fisiologia. La diarrea è un sintomo importante nel coniglio, da non trascurare mai, ed è quasi sempre causata da errori alimentari.

In conclusione… cosa deve mangiare
il coniglio di casa?

Erba e altre piante di campo (trifoglio, tarassaco, ecc), fieno di buona qualità
sono gli alimenti migliori, i più adatti alla sua fisiologia.
Gli forniscono tutto ciò di cui ha bisogno:
– Contengono sali minerali, compreso il calcio, per rafforzare le ossa
– Sono ricchi di fibra, che fa funzionare bene l’intestino e nutre i batteri benefici, ostacolando quelli dannosi
– Richiedono una masticazione prolungata, per cui permettono un consumo ottimale dei denti, e tengono impegnato a lungo il coniglio, impedendogli di annoiarsi e di sviluppare problemi di comportamento
– Sono poveri di grassi, e prevengono l’obesità
– Sono poveri di carboidrati, per cui ostacolano lo sviluppo di batteri pericolosi

Il fieno non deve mai mancare: deve essere sempre a disposizione, fresco e pulito, in quantità illimitata. Un buon fieno si riconosce perché ha steli sottili, di colore verde, e non è polveroso o ammuffito. Può essere comprato nei negozi per animali, confezionato in pratici panetti.
L’erba e le altre piante di campo possono essere raccolte nei prati o nei giardini, purchè ci sia la certezza che non sono state trattate con sostanze nocive e non ci sia nelle vicinanze passaggio di automobili. Vanno lasciate a disposizione fresche o seccate, ma non si deve lasciare che fermentino o possono risultare dannose. Possono anche essere consumate direttamente sul posto dal coniglio, lasciandolo brucare.
Se sono bagnate, poco importa: quando i conigli selvatici brucano l’erba all’alba, bagnata di rugiada, non ne hanno certo danno!

Se è difficile reperire erbe di campo, si possono validamente utilizzare le verdure. Qualunque tipo di verdura cruda, se adatta al consumo umano, può essere somministrata al coniglio, purché pulita, a temperatura ambiente, e senza parti guaste. L’importante è variare, lasciando a disposizione ogni giorno diversi tipi di vegetali, e non fissarsi su un solo tipo. Ecco un esempio di cosa si può utilizzare:

basilico
broccoli
carote e foglie di carota
cavoletti di Bruxelles
cavolo
cicoria
erba di campo
erba medica
indivia
insalata
menta
peperoni
prezzemolo
radicchio
scarola
sedano
spinaci
tarassaco (fiori e foglie)
trifoglio
verza
zucchini

La frutta deve essere data in piccole quantità: essendo ricca di zuccheri può favorire l’obesità. Se il coniglio è troppo grasso deve essere eliminata.

Un altro alimento consentito è il pellet, purché abbia le caratteristiche adeguate. Deve essere fatto solo con erbe, fieno e vegetali, non deve contenere farine di cereali, o peggio di origine animale, o farmaci (coccidiostatici). Il contenuto in fibra è molto importante: deve essere almeno del 18%. Il pellet non deve essere dato a volontà, ma razionato: un paio di cucchiai al giorno possono essere sufficienti. Se ci sono problemi di obesità può essere ridotto o eliminato.

Al coniglio, per restare sano e vivere a lungo, non serve altro. Qualunque altra cosa è superflua o dannosa. Non ha neppure bisogno di vitamine ed integratori.

Alimenti dannosi

Sono da evitare in modo completo i carboidrati (biscotti, pane, fette biscottate, cracker, grissini, fiocchi di cereali, riso soffiato, pasta, patate, dolci, focacce, merendine), la cioccolata (che è tossica), e comunque in generale i dolciumi di qualunque tipo. Anche le leccornie per conigli e roditori, in vendita nei negozi, non vanno mai acquistate.
Da evitare in modo assoluto anche i semi ed i chicchi in generale: semi di girasole, mais, orzo, frumento, riso e così via. Tutti gli alimenti confezionati che ne contengono vanno eliminati. Ricordate: sono la causa principale dei problemi di salute del coniglio.
Per finire: anche carrube, frutta disidratata, frutta secca sono nella lista degli alimenti proibiti.
Non importa quanto il coniglio vi implori o vi molesti per avere qualche bocconcino che gli fa male: siate responsabili e pensate alla sua salute.

Occorre prudenza nel cambio di alimentazione

Attenzione: per quanto la dieta sia scorretta, il cambio di alimentazione deve essere fatto con molta gradualità. Si deve lasciare il tempo ai batteri intestinali di adattarsi ai nuovi alimenti, altrimenti la conseguenza sarà una diarrea più o meno grave, anche potenzialmente letale. Possono essere necessarie diverse settimane per effettuare una modificazione radicale della dieta, passando dalle miscele di semi, fioccati e pane secco a fieno, erba e verdure. Mentre il fieno può essere offerto subito senza particolari precauzioni, i vegetali freschi devono essere introdotti con maggiore gradualità e prudenza, poco per volta, controllando sempre l’aspetto delle feci. Anche il pellet deve essere sostituito gradualmente.
Il cambio di dieta può essere più o meno difficile da accettare per il coniglio, secondo i casi. Alcuni conigli non aspettava altro che di poter finalmente gustare un po’ di erba fresca e di verdure, mentre altri non ne vogliono sapere di rinunciare ai semi. La cosa importante è procedere con determinazione e costanza, perché le conseguenze di una dieta sbagliata sono molto dolorose.

Marta Avanzi, Med. Vet.
Web: http://www.aaeconigli.it

scarica l’intervento in formato PDF zippato

Altri articoli di Marta Avanzi su protty.it:
Non solo cani e gatti
L’infezione da Encephalitozoon cuniculi nel coniglio da compagnia

Protty
Protty è stato un coniglietto vissuto dal 1999 al 2005. Nell'autunno del 2000 - col suo amico umano Roberto e la sua compagna Susina - ha dato vita a un sito Web: protty.it, che negli anni è diventato una community che ha raccolto moltissimi appassionati.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*