Solo pochi giorni dopo le belle immagini di felicità di Arturo e Dentina, i Pròttidi di taglia gigante Fulvi di Borgogna, che si possono vedere nell’album dedicato a una giornata trascorsa dall’alba al tramonto nei prati e nel bosco del regno dei Pròttidi:
http://www.protty.it/album/arturo_dentina/index.htm
purtroppo Dentina è stata colpita da una paralisi del treno posteriore, perdendo in modo improvviso e senza sintomi di preavviso il controllo degli arti posteriori.
Analisi delle diverse cause e delle varie forme di paralisi degli arti posteriori, prevenzione e possibili cure.
La condizione in cui Dentina è venuta a trovarsi improvvisamente – non potendo più muoversi autonomamente -, penosa e terribile per un coniglio, è durata per alcuni giorni. Poi la paralisi è peggiorata e in poche ore Dentina ha lasciato il suo compagno Arturo da solo.
La abbiamo sepolta nell’erbario simbolico del regno dei Prottidi, sotto la cardinalità Est del radiante costituito da lastre di rettangolari di ciottoli colorati raccolti in un grande fiume.
Arturo aveva dei luoghi nel giardino dove andava sempre assieme a Dentina (lì dove si vede nelle foto dell’album e dal lato opposto del giardino, sul finire del frutteto). Da quando Dentina non c’è più Arturo non è mai tornato in questi luoghi, ora va soltanto nei territori dove andava solitario: nel bosco, nel lato dello spazio dei Prottidi che dà verso il bosco, lungo la vigna.
La compagna di Arturo si chiamava così perché aveva la malocclusione degli incisivi, problema che si era risolto in modo spontaneo verso il primo anno di vita. Dentina era fra i Pròttidi dalla primavera del 2000, era della stessa cucciolata di Arturo. Quando li abbiamo sottratti al destino di venire mangiati (sorte piuttosto diffusa in terra Veneta), erano in una gabbia angusta e rugginosa assieme ad altri 7-8 fratelli. Dovevano avere tre mesi, e la vita in condizione di sovraffollamento, malnutrizione, senza possibilità di sviluppare naturalmente i muscoli, avevano ridotto Arturo e Dentina in uno stato di intontimento, e di limitato sviluppo dell’agilità e del tono dei muscoli delle zampotte.
Dentina ha fatto due volte i coniglietti, poi la abbiamo fatta sterilizzare. In seguito all’operazione, ha avuto una tendenza all’obesità.
Ci sono voluti due anni di vita assieme ai Pròttidi, in uno spazio confortevole in giardino, per ritrovare lentamente gli istinti e i comportamenti naturali del coniglio, anche grazie a uno scambio continuo – alle volte commovente – di esperienze con Protty e Susina, conigli sostanzialmente selvatici, che con le loro turbolenze e la loro vitalità hanno risvegliato nel tempo l’anima selvatica di Arturo e Dentina, consentendo loro di liberarsi almeno in parte dei genetici condizionamenti secolari di una domesticazione finalizzata all’alimentazione umana.
La paralisi del treno posteriore è relativamente rara nei conigli, è forse più nota nei cani e nei gatti, e getta l’animale in uno stato di disabilità davvero triste. Per i cani sono stati ideati degli ausili a ruote che consentono una vita relativamente normale:
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Per i conigli questa soluzione è forse improponibile; la malattia può rimanere circoscritta e consentire al coniglio di vivere anche per molti anni, ma in condizione di grave disabilità, tale da richiedere cure continue in particolare per la pulizia della zona anogenitale (il coniglio perde il controllo delle palline e dell’urina, si bagna e se non viene pulito più volte al giorno sopravvengono infiammazioni assai pericolose). Per questo motivo, e in particolare perché forse una vita così non è degna di essere vissuta per un coniglio, si può considerare l’eutanasia. Non è una scelta semplice, perché i comportamenti di mangiare e bere restano intatti, tuttavia la Natura – nell’habitat naturale – non avrebbe esitazioni…
A fine articolo, dopo aver visto che certe forme di paralisi possono regredire, vedremo che l’eutanasia può proporsi solo dopo una diagnosi accurata e dopo vari tentativi di terapia.
Dentina ha vissuto una vita felice in compagnia di Arturo e dei Pròttidi.
La sua morte così triste, i lamenti delle sue ultime ore (qui soltanto, quando la lesione spinale ha raggiunto tutto il corpo, ci ha comunicato il suo dolore con i lamenti), ci hanno spinto a cercare le diverse possibili cause di questa malattia. Lo stesso pomeriggio in cui la abbiamo trovata, improvvisamente, incapace di muovere le zampe posteriori, la abbiamo portata dal veterinario. In questi casi, se la lastra non denuncia l’evidenza di una lesione o di una deformazione delle vertebre, non è possibile purtroppo che sperare in un miglioramento spontaneo rapido, a una regressione della paralisi, rara ma possibile, o almeno sperare che la paralisi non progredisca. Non è stato così. Fra le cause possibili della paralisi del treno posteriore è l’insufficiente moto del coniglietto. Parlando con veterinari ho saputo che l’insorgenza della patologia è più frequente in conigli tenuti sempre in gabbia. Non è il caso di Dentina, ma forse quei tre mesi trascorsi in una piccola gabbia le avevano pregiudicato una adeguata strutturazione ossea, ma è una ipotesi.
Ho trovato un testo in inglese che descrive l’eziologia della paralisi del treno posteriore, qui di seguito ne riassumo i tratti principali, rimandando per approfondire alle pagine originali. Non so se sia possibile sperare in un effetto sulla (possibile?) prevenzione del male, mi piace sperare che possa essere di stimolo per consentire al più grande numero possibile di niglietti di poter sgroppare almeno qualche ora ogni giorno in casa o in giardino. I conigli sono fatti per correre come dardi luminosi: nate dalle intricate gallerie dei cunicoli, da cui Catullo coniò il loro nome, le loro corse ci donano l’illusione di una possibile metafisica della luce.
[I link aprono nuove finestre del browser, le pagine si possono quindi aprire senza perdere l’attuale.]
OLD RABBIT PARALYSIS PART I: Spondylosis of the Lumbar Spine and Trauma
(clicca i titoli per leggere la fonte, qui solo sintetizzata: OLD RABBIT PARALYSIS, Chicago House Rabbit Society)
La paralisi del treno posteriore può essere causata dalla spondilosi della spina lombare (la parte della spina dorsale più esposta agli sforzi). Accade più frequentemente nei conigli di età superiore ai 4 anni, in particolare nelle femmine di taglia media e gigante, in particolare se obese.
Cause: deformazione progressiva delle vertebre lombari fino a fusione.
Sintomi: La fusione delle vertebre diminuisce la flessibilità della spina e conseguentemente l’agilità nella corsa e nei salti. Nello stadio finale provoca dolore. I conigli affetti da spondilosi tendono a diminuire il moto, fino a rimanere pressoché sempre nello stesso posto.
Diagnosi: riconoscibile attraverso lastra a raggi X.
Non esistono attualmente cure possibili. Si deve effettuare la terapia del dolore. Utile l’agopuntura, e massaggi locali. Maggiori dettagli sui farmaci nel testo inglese.
Altra possibile causa è un trauma (frequente ad esempio la paralisi dovuta a caduta dall’alto, o a seguito di scuotimento per maldestro tentativo di trattenere il coniglio in braccio – i muscoli delle zampotte del coniglio sono potentissimi e può se scalcia procurarsi lesioni). La paralisi è immediata. La lesione in genere è visibile ai raggi X. Alle volte lo spostamento delle vertebre può subito rientrare ma la lesione del midollo permane. La lastra non mostra nulla in questi casi. Indispensabile la terapia del dolore. Ulteriori dettagli sul trattamento nel testo originale.
OLD RABBIT PARALYSIS PART II: Parasites
Encephalitozoon cuniculi: L’encefalitozoonosi può provocare paralisi degli arti posteriori, e sintomi di tipo neurologico. La paralisi può riguardare la testa (unilaterale o bilaterale), gli arti, torcicollo, mentre si manifestano perdita di appetito, cambi di comportamento, depressione. Dettagli sulle cure nel testo originale e nel testo: L’infezione da Encephalitozoon cuniculi nel coniglio da compagnia, di Marta Avanzi, Med. Vet.
OLD RABBIT PARALYSIS PART III: Baylisascaris Procyonis
L’ascaride del procione (Procyon lotor): Baylisascaris procyonis, può causare paralisi nel coniglio. Questo parassita è diffuso nel Nord America, in Giappone e in Germania. Sintomi: letargia, perdita di equilibrio, dolori addominali, paralisi unilaterale o bilaterale del corpo, perdita del coordinamento muscolare, torcicollo, cecità, coma e morte. Casi in Italia sono da considerarsi attualmente assolutamente eccezionali. Non mi soffermo quindi nelle cure, indicate nel testo inglese.
OLD RABBIT PARALYSIS PART IV: Strokes, Infections, Neoplasia (Cancer), and Systemic Disease
La paralisi può essere dovuta a colpo apoplettico, ictus o apoplessia cerebrale (interruzione dell’afflusso di sangue in una zona del cervello, per un’emorragia e la rottura di un vaso o per un trombo, un’occlusione di un vaso e per un coagulo di sangue). L’incidenza aumenta con l’età. La diagnosi è difficile e può avvenire con tecnologie sofisticate come la tomografia, l’arteriografia, la risonanza magnetica. Non esiste attualmente una cura.
Infezioni da batteri, ad esempio Pasteurella multocida, possono causare paralisi, se intervengono nei fluidi cerebrali e nel midollo spinale. Si tratta di infezioni rare nel coniglio, che più spesso viene colpito nell’orecchio interno.
La paralisi del treno posteriori può essere conseguenza di un tumore, meno comune nei conigli rispetto a cani furetti o umani (con l’eccezione delle neoplasie uterine). La forma più comune è il linfoma, che interessa il midollo spinale. La diagnosi coi raggi X non è sicura e difficile. La cura è possibile con chemioterapia, o con l’amputazione se il tumore riguarda un arto.
Altra possibile causa sono le patologie della circolazione (anemia, patologie cardiache, altre malattie che causano scarsa ossigenazione dei tessuti e accumulo di tossine metaboliche nel sangue, in grado di danneggiare i muscoli e il cervello).
Bisogna fare attenzione a distinguere iniziali paralisi da dolore nei movimenti dovuto alla pododermatite sotto le zampe posteriori, oppure da artriti, oppure da dolori lancinanti per blocco gastrointestinale, che costringono il coniglio a restare immobile. Una diagnosi corretta richiede pertanto una visita approfondita ed esami diagnostici da parte del veterinario.
Una ultima possibile causa è una patologia pochissimo conosciuta, chiamata “floppy rabbit syndrome”, che pare dovuta in alcuni casi a carenza di Potassio. La paralisi dovuta a questa malattia può regredire. Anche per questo una decisione a favore dell’eutanasia è da prendersi solo dopo molti test diagnostici e diversi tentativi di cura.
Roberto Ellero