Il coniglio: da animale da reddito ad animale da compagnia. Breve storia di un cambiamento.
Dr.ssa Livia Zamboni, Med. Vet, Castel S.Pietro Terme, Bologna
[Si ringrazia l’autrice per la gentile concessione alla pubblicazione]

Dalle origini ai giorni nostri

LA STORIA
La filogenesi dei Lagomorfi è nota a partire dal terziario inferiore (Paleocene) grazie al ritrovamento di fossili che hanno dimostrato l’esistenza di un animale preistorico con una dentatura con caratteristiche intermedie tra i roditori e i lagomorfi; i cui molari hanno caratteristiche simili a quelle dei conigli mentre gli incisivi hanno caratteristiche da roditore . I più antichi resti fossili appartenenti al genere Oryctolagus sono stati rinvenuti nel sud della Spagna e risalgono ad un periodo pre-pleistocenico.
Prima dell’era glaciale i conigli selvatici erano diffusi in tutta l’Europa centro meridionale, dopo l’ultima glaciazione (Pliocene) li ritroviamo solo nella Penisola Iberica e nell’Africa Nord-occidentale.
Quando i Fenici approdarono nell’attuale Spagna intorno al 1100 a.C., notarono e gustarono le carni di un animaletto simile alle procavie diffuse nei loro luoghi natii; in realtà erano dei conigli selvatici e, poiché nel linguaggio semitico la procavia era detta “shaphan”, essi chiamarono queste nuove terre “I-shaphan-im” cioè l’isola delle procavie.
A loro si attribuisce la successiva ondata di colonizzazione nel bacino del Mediterraneo. Anche i Romani impararono ben presto a conoscere la bontà delle sue carni allestendo dei leporari, veri e propri allevamenti di conigli e lepri. La fuga di alcuni individui da questi allevamenti ha consentito a questa adattabile specie di formare in natura popolazioni stabili e riproduttive.
Il vero addomesticamento della specie ebbe inizio nel Medio Evo, infatti il merito di aver allevato e cominciato a selezionare i primi conigli con particolari caratteristiche frutto di mutazioni naturali, spetta ai Monaci francesi nel XVI secolo.
Il processo di selezione per l’allevamento determinò delle modificazioni rispetto alla forma selvatica tra cui una diminuzione generale delle capacità sensoriali. Comparirono anche variazioni di peso del cuore e del cervello, l’intestino cieco perse leggermente la sua capacità di assorbimento intestinale, mentre il numero di nati per nidiata e la frequenza dei parti aumentò.
Ma è soprattutto nella seconda metà del secolo scorso, grazie allo studio delle Leggi di Mendel, che cominciò la produzione di nuove razze morfologicamente molto diverse tra loro.
I primi coniglietti nani apparvero in Italia sul finire degli anni ’70: si trattava per lo più di soggetti di razza angora bianchi con occhi rossi provenienti dalla Germania.
La taglia era sicuramente inferiore a quella dei conigli selvatici ma ancora molto lontana da quella attuale. All’inizio ci sono stati molti problemi causati dalla variabilità genetica con cucciolate poco uniformi, poi con il tempo le cose sono migliorate fino ad arrivare alle 40 razze riconosciute oggi in Italia, per ciascuna delle quali sono fissati i criteri di valutazione e i punteggi di classificazione in veri propri libri genealogici.
LA CLASSIFICAZIONE
Il nostro coniglietto è quindi un mammifero e, come tale, possiede ghiandole mammarie indispensabili per l’allattamento dei suoi cuccioli, appartiene all’ordine dei Lagomorfi (che attualmente è nettamente distinto da quello dei Roditori) e al genere Oryctolagus.
I Lagomorfi hanno conservato molti caratteri primitivi sono dotati di una coda breve, cespugliosa e poco visibile, hanno una superficie plantare pelosa a sezione quadrata, narici con mobili vibrisse tattili.
La dentatura è composta da 28 denti permanenti che erompono alla quinta settimana di vita di cui quattro incisivi superiori (due grandi anteriori conformati a scalpello e due piccoli posteriori simili ad un chiodino) e due incisivi inferiori.

dentatura

Altri caratteri distintivi sono il grosso sviluppo dell’intestino cieco, il ciecotrofismo, e la parziale fusione della fibula con la tibia. Il loro encefalo ha una struttura primitiva, l’olfatto è molto sviluppato mentre è ridotta la capacità di emettere suoni.

L’ordine dei Lagomorfi si suddivide in due famiglie: i Leporidi cui appartengono 11 generi e 45 specie e la famiglia degli Ocotonidi con un solo genere e 15 specie.
Il coniglio selvatico, le lepri, e i silvilaghi sono i più tipici rappresentanti dei Leporidi.

Coniglio selvaticoconiglio selvatico

Il coniglio selvatico è quello che ci interessa maggiormente perché è il capostipite del coniglio domestico. E’ un animale di piccole dimensioni, possiede un corpo più tozzo, i suoi arti posteriori sono sviluppati ma con un tarso meno lungo rispetto sempre alla lepre.
E’ timido e socievole, ha tendenze gregarie e vive in colonie abbastanza numerose in tane sotterranee dove partorisce piccoli nudi, ciechi e sordi. E’ fortemente stanziale, con spiccato comportamento territoriale e nella zona di influenza dimostra una notevole aggressività nei confronti di altri consimili. Ha udito e olfatto molto sviluppati e vista ottima. Procede a balzi e salti e, quando disturbato, corre compiendo scarti improvvisi.
La lepre ha lunghe orecchie con la caratteristica macchia scura sulla punta, è velocissima, schiva e vive solitaria. Possiede udito e olfatto molto sviluppati mentre ha una vista poco acuta. Corre velocemente compiendo improvvisi scarti e lunghi salti. Trascorre il giorno al riparo nella vegetazione in un covo poco profondo che scava con le zampe anteriori e modella col corpo, mentre si attiva al crepuscolo e durante la notte.
Partorisce piccoli meno inetti del coniglio selvatico provvisti di pelo e già autosufficienti dopo pochi giorni di vita.

I silvilaghi sono anch’essi parenti del nostro coniglio, originari del Nord-America sono stati introdotti a scopo venatorio anche in Italia soprattutto in Piemonte e Lombardia. E’ chiamato cotton-tail rabbit (coniglio con coda di cotone) per il particolare aspetto del codino. Sono animali crepuscolari e notturni, non scavano tane sotterranee e non vivono in colonie. I loro piccoli nascono ciechi, nudi e sordi. E’ molto veloce nella breve distanza ma poco resistente e su terreno procede a zig-zag.
Il coniglio è stato selezionato per attitudini ben diverse e molto più redditizie rispetto a quelle di animale da compagnia.
In ambito zootecnico l’allevamento per le sue squisite carni è sempre molto attivo e redditizio. Le razze più usate sono il Nuova Zelanda Bianco, la Californiana che per la loro conformazione, la resa, la prolificità e rusticità, loro malgrado, sono le preferite.
Anche la sua morbida pelliccia soprattutto del Cincillà, dell’Argentata di Champagne, dell’Angora ha sempre incontrato una larga schiera di estimatori.
Inoltre le sue caratteristiche lo indicano anche come ottimo animale da laboratorio sia per la scienza medica che cosmetologica anche se ultimamente, grazie alle proteste degli animalisti, il suo utilizzo si è drasticamente ridotto.
Per fortuna, negli ultimi anni la sua diffusione come animale da compagnia ha avuto una sviluppo esponenziale in quanto possono interagire notevolmente con l’uomo. Sono di taglia ridotta, economici, puliti, con un morbido mantello privo di odori.
Sono anche animali robusti se gli assicuriamo un’alimentazione corretta, il giusto movimento e un ambiente dignitoso e pulito.

La gestione del coniglio d’affezione

L’alloggiamento in gabbia non è la soluzione ottimale per tenere un coniglietto, anche se così si annullano molti rischi collegati con la convivenza libera in ambiente domestico (come marcare con urine, rosicchiare tappeti, fili elettrici e piante), ma rende l’animale apatico favorendo l’aumento di peso e la stasi intestinale.
La condizione ideale sarebbe quella di poter riservare al nostro piccolo amico un’area in cui muoversi, possibilmente con una gabbia in cui entrare e uscire liberamente. Quest’area potrebbe essere una stanza o uno spazio delimitato da un recinto preferibilmente all’aperto durante la bella stagione.
D’altra parte la totale libertà all’aperto, può presentare dei rischi come la difficoltà a tenere sotto controllo l’assunzione del cibo e l’emissione di feci e urine. Aumenta l’esposizione ad eventuali predatori e a parassiti sia interni che esterni, e riduce moltissimo l’interazione con l’uomo.
L’attività fisica è indispensabile per conservare il tono muscolare, per favorire il deposito della giusta quantità di calcio a livello osseo, per combattere disturbi gastrointestinali e urinari e, non meno importante, per ridurre la noia prevenendo problemi comportamentali.

La gabbia deve essere utilizzata dal coniglio come una “casa” e non come una prigione. Deve essere lunga almeno tre volte le dimensione dell’animale e abbastanza alta da consentirgli di sedersi comodamente sugli arti posteriori. Non deve presentare elementi taglienti ma deve essere costruita con materiali resistenti, non tossici e facili da pulire. Corrispondono a tutte queste caratteristiche delle gabbie con un fondo di plastica e una copertura costituita da sbarre di metallo con un’ampia apertura superiore e un altro sportellino laterale che permette all’animale di entrare e uscire agevolmente.
E’ sconsigliato utilizzare gabbie di legno, acquari in vetro, gabbie quasi totalmente chiuse in plexiglas.
Gli accessori indispensabili sono: una mangiatoia in ceramica o in acciaio che non si possa rovesciare o essere rosicchiata; un abbeveratoio a goccia che va periodicamente controllato e cambiato almeno una volta l’anno; una rastrelliera porta fieno; un casetta-rifugio e una vaschetta per la lettiera. Anche la lettiera va scelta accuratamente per evitare pericolose conseguenze. La lettiera ideale deve essere: non traumatica , non polverosa o irritante, se ingerita deve essere digeribile e facilmente espulsa , deve avere una buona capacità assorbente, deve essere inodore , economica e reperibile.
Il fieno e la paglia possono rispondere alle caratteristiche sopra illustrate però sono poco assorbenti. Altri materiali usati sono i tutoli di mais, la carta da giornale e quella oleata, la segatura , i trucioli di legno, i pellets di carta riciclata. Sono sconsigliate perché potenzialmente pericolose le lettiere per gatti.
Indispensabili per assicurare un sicuro divertimento al nostro piccolo amico sono dei giochi come quelli in plastica dura per cani, quelli costituiti da mais, tubi di carta, scatole di cartone e legnetti di vite, nocciolo e salice per agevolare il consumo dei denti incisivi.

La vita in appartamento può presentare delle insidie se non si dispone di una zona tranquilla e sicura per il coniglietto. Si deve esaminare l’ambiente in cui lasciarlo libero allontanando oggetti fragili e di valore (tappeti, soprammobili, libri ecc.)
Tutti noi conosciamo l’attrazione che ha il coniglio per i fili elettrici.
Bisogna posizionare fuori della sua portata anche sostanze potenzialmente pericolose come detersivi, farmaci, asciugamani, coperte e piante tossiche.
Spesso sottovalutata è la convivenza con altre specie animali. Solitamente i cani e i gatti, se opportunamente abituati, non presentano dei grossi problemi.
Il coniglio può andare d’accordo con i suoi consimili o con le cavie, instaurando una felice convivenza se si provvede alla sua sterilizzazione .
Invece si sconsiglia la convivenza con rettili di grosse dimensione per i quali il coniglio può diventare un gustoso spuntino, e con grandi pappagalli che se, lasciati liberi per casa, possono ferirlo seriamente.
Il furetto è un predatore del coniglio quindi è impossibile, se non in rari casi, un’eventuale vita comune.
L’ACQUISTO

L’acquisto di un coniglietto, o di un qualsiasi altro animale, non deve essere frutto di un impulso improvviso ma deve essere lungamente ponderato perché richiede un certo impegno da parte nostra. Si deve essere disposti a dedicargli ogni giorno un po’ del nostro tempo per dargli affetto e per accudirlo ma si deve anche essere comprensivi, soprattutto quando compie qualche inevitabile guaio.
Non è un giocattolo ma è un essere vivente che può darci molto amore e simpatia.
Anche il rapporto con un bambino va valutato attentamente e soprattutto va insegnato al bimbo come occuparsi del suo nuovo amico rendendolo consapevole dell’importanza di un essere vivente.
Quando si decide di acquistare un coniglio la prima cosa è quella di scegliere un negozio di fiducia che ci dia delle garanzie di sanità dell’animale (meglio se scritte) e che si avvalga della consulenza di un medico veterinario esperto di questa specie.
Indipendentemente dalla razza, taglia, colore da noi preferiti, quello che dobbiamo ricercare in un buon acquisto è la sanità dell’animale e, non meno importante, il suo buon carattere.
Spesso nei negozio si trovano dei bellissimi coniglietti meticci nati dai più disparati incroci che nulla hanno da invidiare al più raro esemplare di razza.
Una volta entrati nel negozio, in primo luogo dobbiamo controllare dove sono alloggiati i conigli e le condizioni igieniche in cui sono mantenuti. Osserviamo attentamente la gabbia, l’alimentazione che gli è fornita, le deiezioni presenti.
I conigli devono mostrarsi vivaci curiosi attivi e non terrorizzati dalla nostra presenza. Individuato il nostro piccolo amico cerchiamo di prenderlo per osservarlo da vicino. Deve presentare una morbida pelliccia lucida e omogenea senza croste o chiazze senza pelo; gli occhi devono essere lucidi e non bagnati da secrezioni; le narici devono essere asciutte e le orecchie senza materiale crostoso.
Subito dopo l’acquisto si deve sottoporre l’animale ad un’accurata visita veterinaria.

Dr.ssa Livia Zamboni, Med. Vet, Castel S.Pietro Terme (BO)

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Protty
Protty è stato un coniglietto vissuto dal 1999 al 2005. Nell'autunno del 2000 - col suo amico umano Roberto e la sua compagna Susina - ha dato vita a un sito Web: protty.it, che negli anni è diventato una community che ha raccolto moltissimi appassionati.

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