Come molti altri mammiferi, come i sauri, e come noi umani, il coniglio possiede un sesto senso pochissimo conosciuto, un secondo olfatto che raccoglie segnali chimici anche da grande distanza. Ma per noi umani si tratta di un vago ricordo, assai annebbiato, di quando con la natura avevamo un rapporto più stretto. Per i conigli è una visione del mondo…
Quando abbiamo portato d’urgenza Spiritella in clinica veterinaria, una domenica, per il prolasso dell’utero, abbiamo avuto nella sventura (risoltasi felicemente) la fortuna di conoscere un veterinario, il dr. Lonardi, molto bravo, di grande esperienza e persona affabile e dall’eloquio affascinante. Conversando abbiamo parlato del rapporto fra animali e proprietari e, di digressione in digressione, dell’organo di Jacobson, di cui non conoscevamo l’esistenza.
La scoperta ci ha incuriosito e abbiamo raccolte alcune note informative.
(Se chi legge ha studiato o ha materiale su questo organo misterioso e affascinante, non manchi di scriverne nel sito, o di mandarci una mail, o di postare un commento a fine articolo).
Si tratta di un organo extrasensoriale situato in prossimità degli incisivi superiori e collegato al palato, che svolge una funzione olfattoria accessoria e raccoglie segnali chimici (ad es. i feromoni).
E’ presente nei Sauri (si pensi alla lingua bifida lunga e sottile che raccoglie dal terreno e dall’aria le particelle odorose: quando la lingua rientra nella bocca le punte si inseriscono nelle due fossette dell’organo, che sente le informazioni ricevute) e in molti mammiferi (ad es. cani, gatti, cavalli, conigli…), che quando lo usano arricciano il naso (nel cavallo è una espressione tipica, di intensa captazione dell’ambiente e degli animali o persone che incontra).
Anche nell’uomo è presente ma molto attenuato nelle sue funzionalità, sono perfino visibili, nelle gengive degli incisivisi, i due minuscoli fori che collegano al palato l’organo (ci vuole una lente per vederli distintamente). Si tratta di una testimonianza anatomica di come il disagio della civiltà e gli adattamenti culturali ci abbiano quasi deprivato di quello che è in effetti un ponte comunicativo straordinario per valutare sensorialmente l’ambiente… l’essere ‘razionali’ ci ha annebbiato una forma di comprensione del mondo, un sesto senso per raccogliere segnali chimici nell’aria. E così alcuni atteggiamenti degli animali (e chissà quanti altri…) li fraintendiamo e reinterpretiamo in modi fantasiosi.
Protty spesso lecca gli oggetti più disparati, ad esempio i cuscini, e prima di sapere dell’esistenza di questo sesto senso non mi spiegavo il suo comportamento (ipotizzavo che avvertisse un sapore, o che volesse significare un attaccamento simbolico ad un oggetto). In realtà Protty, così facendo, acquisisce informazioni aggiuntive sulle cose che lo circondano grazie all’organo di Jacobson, oltre quello che gli dice l’olfatto, e per noi umani – “addomesticati” e isolati dal mondo naturale – sono sensazioni e conoscenze non consentite.
Naturalmente questo non esclude che i conigli lecchino per mostrare affetto, comportamento che il coniglio attua con modalità espressive affatto differenti, anche se difficilmente l’occhio inesperto riesce a distinguere.
L’organo di Jacobson si trova alla base del setto, ed è un olfatto accessorio che capta messaggi chimici veicolati dall’aria. In effetti condivide alcune caratteristiche con il sistema olfattivo principale, e per il suo posizionamento (vedi tavola anatomica nell’articolo) viene reso più funzionale sia coi movimenti continui del naso, tipici del coniglio, che attraverso l’uso della lingua (l’organo è in contatto col palato presso gli incisivi superiori). Quindi i segnali sono captati nell’aria, da qui l’utilità per l’immediata percezione del pericolo (i predatori mandano messaggi chimici ben precisi).
Vedi dopo la tavola alcune immagini di Protty mentre usa l’organo di Jacobson.
Per la descrizione anatomica, può essere interessante osservare questa tavola, tratta da un libro tedesco del 1884, interamente dedicato all’anatomia del coniglio (di cui presto pubblicherò nel sito le traduzioni delle sezioni sul naso e sulla dentatura, con altre dettagliatissime tavole).
Clicca per vedere l’immagine ingrandita…
Sezione frontale verticale del naso del coniglio, evidenziato il riferimento a:
JK= parte cartilaginea dell’organo di Jacobson, che contiene il Lumen (come due minuscoli reni).
Tavola tratta dal libro Die Anatomie des Kaninchens – in Topographischer und Operativer Rücksicht
Bearbeitet von W. Krause (dr. med. et zoolog. professor in Göttingen)
mit 161 Figuren in Holzschnitt
LEIPZIG – Verlag von Wilhelm Engelmann – 1884
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Alcune informazioni su questo organo, detto anche vomeronasale, tratte da una pagina Web a cura di Lorenzo Morè, Università di Padova.
Nei mammiferi in cui è presente, l’organo vomeronasale, o di Jacobson, si trova alla base del setto, ed è formato da due cavità racchiuse da una capsula ossea. E’ rivestito di epitelio neurosensoriale, connesso col bulbo olfattivo accessorio, che si trova dorsalmente al bulbo olfattivo principale. Il bulbo olfattivo accessorio è connesso all’ipotalamo neuroendocrino tramite l’amigdala.
L’organo vomeronasale è deputato alla percezione di segnali chimici (feromoni) utilizzati nella comunicazione intraspecifica. Nonostante condivida alcune caratteristiche con il sistema olfattivo principale, il sistema vomeronasale è caratterizzato dalla presenza di almeno una famiglia di proteine recettoriali specifiche e da proiezioni centrali interamente sottocorticali (mentre il sistema olfattivo principale è connesso al telencefalo).
La naturalista Lyall Watson ha dedicato a questo organo un libro: Jacobson’s Organ – And the Remarkable Nature of Smell, nel quale l’autrice mostra la portentosa influenza che la trasmissione dei feromoni ha sul cervello, influendo sulla nostra consapevolezza, sugli stati emotivi e sul comportamento sessuale. Seguendo le sette classi di odori ideate dal botanico Carolus Linnaeus nel suo Odores Medicamentorum, la Watson esamina i ruoli degli odori e dei feromoni percepiti attraverso l’organo di Jacobson negli esseri umani, nelle piante e negli animali.