Brevi note sull’ipnosi nella cura del coniglio.
Roberto Ellero ha scritto:
“Sono rimasto incantato dalla sua empatia col coniglio, in particolare quando ha messo a pancia in su Protty ipnotizzandolo. Si è trattato di un grado di comunicazione con l’animale che trascende la semplice abitudine o pratica. Inoltre Protty ha captato immediatamente un clima di serenità che gli ha consentito di sentirsi a casa. Sono dell’idea che i conigli hanno percezioni di molto superiori alla nostra di ciò che li circonda, la compostezza e la calma di Protty nell’ambulatorio derivava dalla corrispondenza con una sensibilità assai rara, che non avevo mai riscontrato in precedenza. C’è forse una tecnica particolare per far cadere un coniglio in ipnosi?”
Premetto che quando ho messo Protty a pancia in su non era proprio ipnotizzato, probabilmente era solo molto perplesso e stava a vedere cosa succedeva.
Quasi tutti i conigli reagiscono così in quella posizione, se mantenuta per pochi secondi e senza fare niente di fastidioso o doloroso. La cosiddetta ipnosi è un po’ più complessa: si stende il coniglio sulla schiena e lo si accarezza sull’addome, magari cantilenando qualcosa, per qualche minuto, coprendogli gli occhi con le orecchie e piegandogli la testa in avanti. C’è tutta una serie di parametri misurabli (riflessi muscolari, pressione ematica, frequenza cardiaca) che vengono modificati. Un 25% circa di conigli non risponde a questa tecnica.
Personalmente è una tecnica che non uso mai, se non per scattare delle radiografie. Scientificamente viene descritta come un riflesso di immobilità: si ritiene che si verifichi in situazioni stressanti e sia una reazione in cui il coniglio terrorizzato semplicemente aspetta di essere mangiato.
E’ caratterizzato dalla mancanza di movimenti spontanei e di risposta agli stimoli dolorosi (ma il fatto che non ci sia risposta non significa che non ci sia percezione, la quale infatti è mantenuta). E’ un riflesso che si manifesta in molte specie di animali considerati prede.
Non va usato assolutamente per procedure dolorose (addirittura c’è chi la utilizza per la castrazione, ma è assolutamente da condannare).
Lettura consigliata: Textbook of Rabbit Medicine, di F. Hartcourt Brown.
Marta Avanzi