Una descrizione di una stasi gastrointestinale in una coniglia che ritengo ben alimentata per raccogliere opinioni e consigli utili, spero, a tutti.
Vorrei proporre questo articolo non solo come racconto di un evento accaduto e conclusosi con un lieto fine ma con il serio proposito di raccogliere informazioni, opinioni ed esperienze, non per semplice curiosità ma perché servano a rendere sempre migliore la vita dei nostri piccoli amici.
Ciò che è successo alla mia coniglietta è l’esatta fotocopia di quanto si racconta nell’articolo dal titolo “Protty ha rischiato grosso”: una stasi gastrointestinale per congestione!
Racconterò prima per sommi capi quanto è accaduto. Sabato mattina, come sempre, mi sono recato alla gabbia della mia Aduetta per mettere il cibo e verificare che tutto andasse per il meglio; l’ho trovata invece rannicchiata in un angolo, apatica e con la temperatura corporea palesemente e singolarmente bassa.
Ad un primo esame è parsa subito gonfia e con le pareti addominali molto distese, l’ho quindi subito portata in casa e avvolta in uno panno di lana e nel frattempo ho contattato la dottoressa che segue i miei piccoli la quale mi ha detto di portarla subito da lei.
Va sottolineato che la mia coniglia è sempre stata il ritratto della salute: ben alimentata, pulita, dal pelo lucidissimo, una madre eccezionale che durante l’estate ha dato alla luce con un parto da manuale e una accuratissima preparazione del nido tre piccoli stupendi, vorace (forse fin troppo…), insomma una coniglia sana e vispissima.
La visita non ha fatto che confermare quanto ho già detto: uno stomaco ricolmo di cibo bloccato ed la temperatura scesa a 35°.
Subito è stata messa in una gabbietta con il fondo termico, reidratata tramite una flebo, e sottoposta a terapia farmacologica che ha sbloccato la situazione sin dal pomeriggio così che per sera la piccola è potuta tornare nel suo ambiente per proseguire a domicilio la terapia.
Ora sembra stare bene ed ha ripreso a scaricarsi e a nutrirsi con il solito appetito anche se tenuta a dieta, ma se fosse per lei sarebbe già pronta a divorare tarassachi, lingue di cane (plantagine), trifogli ed erba medica (sottolineo: questi ultimi somministrati sempre rigorosamente asciutti proprio per evitare meteorismo e fermentazioni) in dosi più degne di un bovino che di un coniglio nano.
Questi i fatti… ma ora mi chiedo: perché tutto questo ad un coniglio che viene nutrito correttamente con erba, fieno e verdura? Aggiungo poi che l’esame coprologico ha rivelato presenza di vermi intestinali che sono stati trattati con gli appositi farmaci.
Io ero convito che attenendomi le indicazioni del sito di Protty e seguendo alla lettera i consigli della scheda sull’alimentazione della dottoressa Avanzi (e ad entrambi va tutta la mia stima e gratitudine) avrei evitato ai miei coniglietti ogni problema intestinale e di dentizione, invece eccomi lì, in attesa di una telefonata per sapere come si evolvessero le cose.
Per fortuna, per ingannare l’attesa ho navigato un po’ nel sito di Protty e ho letto la disavventura di Protty stesso e solo allora mi sono convinto che più che un mio errore, era qualcosa che poteva succedere e per di più legato a fattori nemmeno individuabili con certezza.
Mi è però venuta in mente una frase che ho letto in un post del forum che sottolineava come le sfortune capitino spesso ai coniglietti più seguiti, mentre i più trascurati, per una strana ironia della sorte, non hanno mai problemi… mi dico: buon per loro, ma non si spiegano i casi degli altri.
Quello che però mi ha lasciato perplesso è la questione dei parassiti intestinali, ed è questa la domanda che pongo a tutti, come evitarli? È chiaro che l’erba, né che il coniglio la mangi sul posto né portata nella gabbia dall’allevatore, non cresce in ambiente sterile e d’altronde i conigli in natura mangiano quella stessa erba; ed il fieno stesso è chiaro che viene fatto asciugare al sole (almeno il mio che è fieno di campo e non di supermercato), quindi all’aria aperta ed esposto a possibili “contaminazioni” da parte dei volatili a cui non posso impedire di volarci sopra. Quindi come posso conciliare una alimentazione veramente naturale ed il rischio di verminosi?
Avevo anche letto che con una alimentazione naturale ed umida si evitava il problema dei boli di pelo durante la muta, mentre poco tempo prima l’altro coniglietto maschio che possiedo ha cominciato a produrre le sferule delle feci tutte legate tra loro da peli intrecciati e a rifiutare il fieno.
Anche qui ho dovuto risolvere il problema con una pasta per evitare il rallentamento, la stessa pasta che già somministravo alla coniglietta e quindi escludo che la stasi possa essere stata causata da problemi connessi alla muta.
Sono stato dunque solo sfortunato e devo continuare su questa linea? Quali consigli potete darmi per fare ancora meglio? Come evitare la verminosi pur dando erba e fieno di campo?
Mi rivolgo a chiunque possa dare un contributo perché possa essere utile a tutti coloro che possano trovarsi (pur facendo mille scongiuri…) in una situazione di difficoltà. Grazie a tutti ed un cordiale saluto.
Ovidio e famiglia