“I conigli non sono GIOCATTOLI ma esseri viventi con un’anima ed un cuore e che hanno bisogno di attenzioni, cure e tanto AMORE…”
Una intensa testimonianza di Francesca, che dà voce ai coniglietti Frankie e Colette.
Ciao io mi chiamo Frankie,
sono un coniglio olandese nano di 4 mesi e voglio raccontarvi tutta la mia storia anche se non posso nei particolari.
Sono nato nell’ottobre 2004 e a novembre una coppia di ragazzi mi ha acquistato presso un allevamento, perché la ragazza voleva un giocattolino e non un animale da accudire e da amare.
Arrivato a casa di lei mi sono trovato bene anche se sua madre la sgridava sempre perché non mi voleva in giro per casa, fino a che un giorno mi ha dovuto portare nel suo garage.
Lì c’era tanto buio e freddo stavo tutto il giorno chiuso e in una gabbietta per uccelli sporca, immaginate? Il padre di lei voleva farmi diventare la sua cena ma fortunatamente lei glielo impediva, fino a che un bel giorno (05/02/05) il padre del ragazzo mi ha portato da una coppia molto buona a cui ho fatto tanta pena e mi hanno voluto con tutto ciò che non ero un testa di leone, così mi hanno portato a casa loro coccolandomi per tutto il viaggio.
Siamo arrivati! E’ tarda sera così la mia nuova famiglia mi presenta ad una coniglietta bellissima, di nome Colette, mai vista una così; che mi guardava con aria incuriosita e subito dopo avermi pulito tutta la gabbietta siamo andati a letto.
Il giorno dopo ci hanno aperto le gabbie e io e Colette ci siamo subito innamorati, ne abbiamo combinate di tutti i colori ed ogni volta che guardavo mamma e papà gli dicevo grazie con lo sguardo, per avermi dato una vita decente e non essere finito nel piatto di nessuno.
Così di giorno in giorno io e Colette ci siamo conosciuti e gli facevo la corte spruzzandole la mia pipì in faccia, ma chissà perché lei si arrabbiava ed io le leccavo sempre le orecchie per farla calmare.
Dormivamo, mangiavamo, correvamo, saltavamo… tutto in simbiosi e la mamma diceva “che sono belli, guardali amore sono troppo graziosi speriamo faranno tanti cuccioli come loro” .
Ma purtroppo quel giorno non è mai arrivato, il 28/02/05 mi sono sentito male e la mamma vedendomi giù si è messa a piangere (anche perché io ero un terremoto continuo), cercava di darmi da mangiare e da bere ma io non ne volevo sapere così mi ha messo al calduccio nella gabbietta sempre aperta con tutto il mangiare possibile ed immaginabile.
01/03/05 Colette fa una gran confusione con la scodella per attirare l’attenzione di mamma che dorme ed io cerco di resistere per darle un ultimo saluto, mamma si alza di corsa e viene verso di me stranamente non verso Colette che faceva quella gran confusione, mi guarda e si mette a piangere perché ha visto che sono quasi alla fine del Ponte dell’Arcobaleno, così tra le lacrime comincia a coccolarmi e supplicarmi di non andare via di non lasciarli, ma non ce la faccio così la guardo l’ultima volta sempre con la stessa espressione per dirle ancora una volta grazie e vi voglio bene e così mi sono rilassato.
Sono così partito per il Ponte dell’Arcobaleno a causa di una coccidiosi acuta che mi porterà in cielo, perchè tutti gli animali indistintamente buoni o cattivi (che non esistono) hanno un posto lassù con i loro amici dove troveranno sempre una scodella di acqua e di mangiare piene. Grazie.
Ricordatevi sempre che non siamo GIOCATTOLI ma esseri viventi con un’anima ed un cuore e che abbiamo bisogno di attenzioni, cure e tanto AMORE.
FRANKIE
Ciao io mi chiamo Colette,
sono una coniglietta testa di leone nana di 9 mesi.
Sono entrata a far parte della famiglia nell’ottobre del 2004 quando avevo solo 4 mesi, dopo che Herke (il cane di mamma) è partito per il Ponte dell’Arcobaleno lasciandola nella disperazione totale, ma per fortuna sono entrata io a sollevarla con l’aiuto della nonna che mi ha regalata e di papà che la ama.
Si chiama Amore a prima vista, io mamma e papà ci siamo innamorati sin da subito.
Sono uscita da un negozietto dove c’era anche il mio fratellino, un po’ impaurita, ma appena arrivata a casa mi sono fatta subito conoscere con il mio caratterino peperino.
Di mese in mese sono cresciuta nell’amore più totale e mi sono fatta tanto grande che mi dicono ogni tanto cicciottella, ma io sono felicissima di questi nomignoli.
All’inizio è stata dura accettare che non dovevo fare i miei bisognini in giro per casa, sul letto e sul divano.
Il mio preferito? era il letto in mezzo ai cuscini; una sensazione fantastica mi facevano da gabinetto, peccato che si arrabbiavano così tanto.
Così dopo tanti “noooooooo……ma che fai????…………..per favore………li….li…..la devi fare nella cassettina………” ho visto la mamma esaurirsi anche perché è incapace di sgridare gli animali devo proprio dirlo ed allora ho deciso di farle questo favore.
Mi sentivo un pò sola anche perché mamma e papà lavorano tanto, fino a quando un bel giorno è entrato nella mia vita Frankie.
Frankie! un bellissimo coniglietto che mi ha portato tanta gioia ed in particolar modo un gran fusto che ha capito che qui comando IO! Tanto bello che dopo poco essere arrivato gli sono saltata addosso e lui mi ha concesso di farlo ricambiando le attenzioni.
Di giorno in giorno ci siamo conosciuti meglio e abbiamo fatto qualche complotto a discapito di mamma e papà, i fili con noi non avevano più pace (un gioco fantastico che non avevo mai fatto prima), le piante quando ci vedevano si nascondevano e Frankie si divertiva a fare murales con la pipì.
Eravamo l’ombra ed il gigante facevamo tutto in simbiosi… parlo al passato perché adesso Frankie ci ha lasciati partendo verso il Ponte dell’Arcobaleno o almeno così mi hanno detto, io ho visto solo la mamma disperarsi ci ha presi siamo andati dal dottore ma siamo tornate sole ed io ancora lo aspetto.
Oggi ho un forte dolore che mi fa fare la monella, però mamma e papà non mi sgridano perché sanno che è il mio modo di esprimere il dolore per la mancanza di Frankie ad esempio:
– Faccio la pipì dove ero solita sdraiarmi con lui,
– Butto all’aria la tutolina dalla gabbia,
– Batto i piedi in continuazione,
– Prendo la scodella piena di mangiare dalla gabbia e la butto fuori,
– Mordo i gomiti di mamma appena ne ho la possibilità,
– Ringhio se qualcuno mi si avvicina anche dolcemente.
Ma la cosa che fa più rattristare mamma è che mi metto all’angolino ad aspettare che torni il mio amore e lei mi si avvicina cercando di convincermi che non può tornare perché non può e non per altro.
Ora vi lascio con un mio pensiero sperando che siate stati contenti di conoscermi:
“ma perché qualcuno lassù ci da la vita, ci fa amare dagli umani, ci fa innamorare se poi ce la deve togliere nel momento meno opportuno?”. Grazie.
COLETTE