Di Dana M. Krempels, Ph.D.
Traduzione di una delle fonti citate nell’articolo di Mike Chapman sulla visione nei conigli.
[Si ringrazia Dana Krempels (Department of Biology – University of Miami) per la gentile concessione alla traduzione e alla pubblicazione]
Molti “genitori” di conigli d’affezione sono curiosi di sapere come appare il mondo ai loro amici lagomorfi. Perché il mio coniglio fa difficoltà a trovare il cibo quando è proprio davanti al suo musetto?
Perché si allarma o si spaventa così facilmente se cammino nella stanza portando una scatola o la borsa della spesa?
I miei coniglietti sono in grado di riconoscere i colori?
La prima cosa da tenere a mente è che l’apparato della visione nel coniglio si è modificato sotto una pressione evolutiva completamente diversa da quella che ha plasmato i nostri occhi. Noi primati umani, come le cugine scimmie, abbiamo occhi posti frontalmente che consentono una visione binoculare e la percezione della profondità. Questo è essenziale per un animale originariamente adattato a saltare tra gli alberi. Inoltre, possediamo un’eccellente visione dei colori, caratteristica che aiutò i nostri antenati a reperire frutti maturi e gustose infiorescenze nella vegetazione della foresta.
Per converso, l’apparato della visione del coniglio non è progettato per reperire cibo o per i movimenti, ma per individuare velocemente ed efficacemente l’avvicinarsi dei predatori da quasi tutte le direzioni. Gli occhi sono posti in alto e ai lati del cranio, consentendo al coniglio di vedere quasi a 360 gradi, ed anche sopra la testa. I conigli vedono bene da lontano, questo spiega perché vengono spaventati da un aeroplano che vola sopra la loro testa, mentre i loro amici umani possono a malapena vederlo. (Potrebbe essere un falco! corri via!)
Il prezzo che il coniglio paga per questo notevole campo visuale è un piccolo spazio cieco proprio di fronte al muso, ma le narici poste frontalmente e le larghe orecchie a cucchiaio compensano questa piccola falla nella percezione del predatore. In un animale dotato di visione binoculare, i campi visivi degli occhi si sovrappongono di alcuni gradi. L’area cieca centrale impedisce al coniglio la visione tridimensionale degli oggetti vicini. Quando il tuo coniglietto alza la testa e sembra guardarti “trasversalmente”, in effetti sta guardando diritto a te, per quanto è possibile ad un coniglietto. Presumibilmente, non possiede la facoltà di percepire – come i primati – la profondità, nella breve distanza.
Cosa si può dire sulla percezione dei colori? In generale, i vertebrati presentano nella retina due diversi tipi di cellule fotorecettore: bastoncelli e coni. I coni conferiscono l’abilità di percepire l’immagine in modo dettagliato, essi inoltre consentono di percepire molte lunghezze d’onda della luce come colori diversi. Ad esempio, noi umani abbiamo tre diverse categorie di coni – con massima sensibilità per le regioni rosse, blu e verdi dello spettro. La diversa sensibilità di ciascun tipo di cono ci consente di percepire diverse (visibili) lunghezze d’onda della luce come i colori dell’arcobaleno.
Studi sul comportamento – pubblicati nei primi anni ’70 – dicono che i conigli possiedono una limitata capacità di distinguere tra alcune lunghezze d’onda, percependole come colori diversi.
In particolare possono distinguere fra le lunghezze d’onda che noi intendiamo come “verde” e “blu”.
I conigli potrebbero non percepire il verde e il blu al nostro modo, ma sicuramente *possono* riconoscerli come distinti. Questo significa che essi hanno una limitata visione del colore, dovuta probabilmente a due diverse categorie di cellule cono (blu e verde).
L’altra tipologia di fotorecettori, i bastoncelli, conferisce un’alta sensibilità nelle situazioni di scarsa illuminazione, con una relativamente bassa definizione (per esempio, una immagine “sgranata”). La retina del coniglio presenta un rapporto molto più alto di bastoncelli rispetto ai coni, a confronto con la retina umana. Sebbene un coniglio possa vedere più distintamente di un umano, in condizioni di bassa luminosità, la sua immagine poco illuminata presenta una definizione (acutezza) molto povera, rispetto alle immagini diurne generate dalla nostra retina di primati, ricca di coni.
Ora potresti chiederti: “Il mio coniglietto mi vede distintamente, o gli sembro soltanto una grande macchia?” Mentre leggi questa pagina focalizzi le lettere con solo una piccola parte della tua retina, chiamata fovea. Questa è una minuscola depressione a forma di cono presente nella retina, fiancheggiata da cellule cono per l’alta definizione.
Anche i conigli possiedono piccole aree della retina con più coni e bastoncelli. Tuttavia, questa area centralis non è concava, e ha una densità di coni di gran lunga inferiore rispetto alla nostra fovea. L’immagine che si forma nell’area centralis è relativamente “sgranata”, a confronto con quella generata dalla nostra fovea, ma è ottimale per i conigli. Utilizzando questa immagine, la tua voce, i movimenti del corpo e gli odori come segnali, il tuo coniglio può riconoscerti (il suo umano prediletto) – fino a che non starai portando una terrificante scatola che modifica la tua forma familiare!
Sapere qualcosa di più su come un’altra creatura vede il mondo ci consente di avvicinarci di un passo alla comprensione del suo comportamento – e di correggere il nostro per rendere la vita più felice per tutti.
Ricordalo la prossima volta che il tuo coniglio ti guarderà con i suoi profondi, antichi occhi.
copyright 1998 – Dana Krempels
Leggi l’articolo di Mike Chapman sullo stesso argomento
traduzione di Roberto Ellero