I conigli devono essere vaccinati contro due malattie, la mixomatosi e la malattia emorragica virale. La diffusione di queste malattie può variare secondo le località, per cui in caso di dubbio chiedete informazioni al vostro veterinario oppure presso il più vicino Istituto Zooprofilattico. Il veterinario deciderà il tipo e la frequenza delle vaccinazioni, secondo l'età, la situazione locale ed il tipo di vaccino. La vaccinazione viene sempre preceduta da un'accurata visita clinica per controllare lo stato di salute del coniglio. Molti veterinari preferiscono somministrare i due tipi di vaccini a distanza di circa 15 giorni uno dall'altro, per minimizzare l'incidenza di eventuali effetti collaterali (inappetenza, dolorabilità locale), e anche perché non si conosce l'effettiva risposta vaccinale quando i due vaccini vengono somministrati contemporaneamente.
Le vaccinazioni sono senz'altro consigliabili, anche se il coniglio vive in appartamento, perché la trasmissione può avvenire tramite insetti vettori, e sono entrambe malattie molto gravi che il vaccino previene efficacemente.
Storia della malattia
La mixomatosi è una malattia virale molto contagiosa e che provoca nel coniglio un'elevata mortalità. E' stata segnalata per la prima volta nel 1896 in Sud America, dove aveva provocato una gravissima epidemia nelle popolazioni locali di conigli, che erano stati importati all'inizio di quel secolo. In seguito si scoprì che il virus responsabile della malattia nei conigli era endemico nella specie locale di lagomorfi selvatici, Sylvilagus brasiliensis, che ospitavano il virus, fungendo da "serbatoio", ma che non si ammalavano (questo tipo di fenomeno si verifica quando un virus si è adattato a convivere con la specie animale che infetta, provocandole un disturbo minimo).
Nel 1950 il virus è stato diffuso in Australia dalle autorità allo scopo di decimare i conigli, che importati due secoli prima, si erano replicati in tal numero da rappresentare una minaccia per la flora e la fauna locali. Dopo un'iniziale decimazione di questi lagomorfi, il virus nel giro di pochi anni si è attenuato, dando luogo ad un ceppo meno virulento e diventando endemico nella popolazione di conigli che ripresero ad aumentare di numero. Oggi il virus australiano uccide solo il 40% degli animali colpiti, anche per un fenomeno di selezione degli individui più resistenti.
Nel 1952 in Francia la malattia fu deliberatamente diffusa tra i conigli
allo scopo di decimare le popolazioni selvatiche che danneggiavano l'agricoltura.
Da lì la malattia si diffuse in tutta Europa, causando la morte di
milioni di conigli selvatici e domestici, e diventando endemica. In Europa
convivono sia la forma originale molto virulenta, sia un ceppo più
attenuato del virus della mixomatosi.
Trasmissione
La malattia può trasmettersi sia direttamente (un coniglio ammalato
infetta uno sano che gli sta accanto) tramite l'accoppiamento o il reciproco
contatto, sia in modo indiretto attraverso vari tipi di vettori, in particolare
insetti e artropodi (zecche, acari, pidocchi, zanzare, pulci, flebotomi).
Pulci e zanzare possono veicolare nel loro interno il virus per lunghi periodi,
agendo come serbatoio della malattia. In questo modo il virus ha la possibilità
di diffondersi in vaste zone, anche dove non vi è la presenza di conigli
infetti.
Sintomi
L'andamento può essere acuto, subacuto o cronico; alcuni conigli sono
portatori asintomatici, vale a dire che contraggono il virus, e sono anche
in grado di diffonderlo nell'ambiente, ma non manifestano sintomi.
L'incubazione è di 5-15 giorni. I sintomi comprendono: abbattimento,
congiuntivite, scolo dagli occhi, rigonfiamenti cutanei sulla testa e gli
arti, infiammazione degli organi genitali.
La morte sopravviene in 5-10 giorni. Esiste anche una forma caratterizzata da
congiuntivite e sintomi respiratori, senza lesioni cutanee, ma con edema dei genitali. La
mortalità è elevata, e non esiste alcuna terapia. La maggior parte dei conigli che
sopravvivono all'infezione diventano resistenti e non si ammalano più, ma possono
restare per lungo tempo veicolo di contagio per altri conigli.
Vaccinazione
La vaccinazione per la mixomatosi è sicura, efficace e quasi sempre priva di effetti collaterali (molto raramente il coniglio manifesta un breve periodo di minor vivacità o minor appetito). La prima vaccinazione si può eseguire già a 30 giorni di età; il veterinario in seguito stabilisce la frequenza dei successivi richiami. La protezione offerta da questo tipo di vaccino dura 4- 6 mesi.
Legislazione
La mixomatosi è una malattia a denuncia obbligatoria. La legge prevede che ogni coniglio infetto sia ucciso e distrutto, e che il caso sia riportato alle autorità sanitarie.
Sinonimi
La Malattia Emorragica Virale (MEV) è una malattia infettiva acuta
del coniglio caratterizzata da gravi lesioni polmonari ed epatiche. L'agente
responsabile è un calicivirus specifico del coniglio, che non colpisce
nessun'altra specie animale.
Storia
La malattia fa la sua comparsa per la prima volta in Cina nel 1984 (in precedenza
la malattia era completamente sconosciuta), in conigli angora importati dalla
Germania. In meno di nove mesi si diffonde in un'area di 50.000 km quadrati
uccidendo mezzo milione di conigli. Nel 1986 raggiunge l'Europa, dove si diffonde
in modo inarrestabile.
Nel 1995 in Australia venne presa in esame la possibilità di utilizzare
il virus della MEV nella lotta biologica ai conigli, che avevano invaso il
continente. Il virus fu introdotto sperimentalmente in una piccola isola a
4 km dalle coste meridionali dell'Australia, ma dopo soli sette mesi sfuggì
al controllo e iniziò imprevedibilmente a diffondersi sul continente
iniziando l'invasione dell'Australia. Ogni tentativo di contenere la diffusione
del virus fu vano, e si decise di lasciare che si replicasse liberamente,
sfruttando la sua azione devastante per contenere la popolazione di conigli.
Si calcola che abbia ucciso 10 milioni di conigli in sole otto settimane.
Nel 1988 la malattia arrivò in Messico, ma venne eradicata tramite
la distruzione di decine di migliaia di conigli.
La MEV ha fatto il suo ingresso ufficiale negli Stati Uniti a partire dal 2000, con tre
focolai confermati dalle autorità sanitarie.
Patogenesi
La via di ingresso principale del virus nell'organismo del coniglio è orale (attraverso la bocca), ma è possibile anche la diffusione attraverso l'aria e l'inoculazione. Il coniglio infetto diffonde il virus tramite secreti ed escreti (saliva, lacrime, urina, ecc.). La malattia si trasmette sia per via diretta (per contatto diretto con un coniglio ammalato) sia indiretta (anche tramite insetti vettori: pulci, mosche, zanzare), e colpisce solo i conigli al di sopra di 30-50 giorni di vita. Il tempo di incubazione è di 36-72 ore. La mortalità è altissima (80-100% nei conigli sopra i due mesi di vita), e non esiste alcuna terapia. Il virus è molto resistente nell'ambiente.
Sintomi
Un sintomo tipico è rappresentato dalla morte improvvisa del coniglio;
non di rado il proprietario esce di casa lasciando l'animale in perfette condizioni
e rientra trovandolo morto. Talvolta sono presenti segni di tipo neurologico:
testa piegata all'indietro, incoordinazione, movimenti di pedalamento delle
zampe, crisi eccitative. In alcuni casi si osserva la fuoriuscita di liquido
emorragico dalle narici.
La morte è causata da un'alterazione massiva della coagulazione del sangue, che
causa emorragie in tutti gli organi, in particolare nei polmoni.
Vaccinazione
In commercio esistono due tipi di vaccini spenti (a virus ucciso). La prima
dose va somministrata dopo i due mesi di età e in seguito si effettua
un richiamo ogni sei-dodici mesi (secondo il tipo di vaccino) per tutta la
vita del coniglio.
Legislazione
La MEV è una malattia a denuncia obbligatoria; il regolamento di polizia veterinaria prevede l'abbattimento dei conigli infetti e la distruzione delle carcasse. Questa patologia non costituisce alcun rischio per la salute umana.